[POST IT]

#2 – Estate (l’eco di una donna felice)

giallo“L’estate è un foulard a fiori”, aveva letto una volta su un libro*.

E quella frase le era rimasta dentro.
E il foulard le era rimasto al collo, tutto l’anno, perché a Maria piaceva pensare che in quel modo avrebbe strappato un po’ d’estate a ogni stagione.

E in effetti potevi sentirla.
Attorno a lei.
Ogni volta che la vedevi.

Il calore sottile che arrossa la pelle e illumina gli occhi.
L’odore di fresco e di mare, del vento che scompiglia i capelli.
La pioggia tiepida d’agosto, che fa venire voglia di ballarci dentro.

Estate.

Frammenti di sole intrappolati nelle pieghe del foulard che le abbracciava il volto, colori vivaci incuranti dello scorrere del tempo e dell’età.

Vivaci anche ora, ora che il cielo è gonfio di nubi, e il vento impudente solleva i lembi dei cappotti scuri, schiaffeggia le guance già sferzate di pianto della piccola folla raccolta in preghiera.

Eppure attorno a quella lapide chiara c’è un foulard a fiori.

E se ti concentri un po’, puoi sentirla.

Calore sulla pelle, l’odore del mare, l’eco di una risata e di una donna felice.

Estate.

 

 

* Il libro da cui è tratta la frase che ha ispirato questo Post it è “Solfeggio in Abbandono”, e la scrittrice la bravissima Sara Maria Serafini. Potete visitare il suo blog qui!

#01 – Le mani di Anna le senti parlare

gialloMani.
Le mani sono l’inizio di tutto.

Anna le tiene intrecciate, a custodire un segreto.
Immobile su quella panchina, con la neve che impolvera il cielo, sembra uscita da un sogno, o da un libro.
Eppure è reale, e ha freddo, perché l’inverno è impietoso in città. Tossisce e si stringe nel lungo cappotto, respira attraverso la sciarpa, ma le mani no, le lascia scoperte, perché le mani, lo sa, sono l’inizio di tutto.

E le mani di Anna le senti parlare.

Lei, per conoscerla, basta tenerla per mano. Saggiarne la stretta, restia all’abbandono. Percorrerne i palmi induriti, le dita spoglie di anelli e di sogni, sfilacciati sotto le unghie.

Parlano, quelle mani. Raccontano storie.

Eppure adesso puoi sentirle cantare.

Nel silenzio della neve che cade, sulla panchina accanto al fiume gelato, le mani di Anna cantano forte.

Perché sono intrecciate sul grembo, a custodire un segreto.
Una culla di dita per chi ancora non c’è.